Un polo manifatturiero reale
Il Belvedere di San Leucio sorge sull’omonima collina posta alle spalle della Reggia di Caserta, sui terreni che Carlo di Borbone acquista nel 1750 dai Caetani di Sermoneta, feudatari di Caserta. Parte delle “Reali Delizie”, San Leucio è favorito da Ferdinando IV per lo svolgimento della caccia, tra le sue attività preferite. Nel 1773 il re commissiona la costruzione di una struttura destinata a ospitarlo durante le battute di caccia, il “Vecchio Casino”, presto abbandonato dopo la morte dell’erede al trono Carlo Tito in favore di un altro edificio. Tra il 1776 e il 1778 Ferdinando IV affida all’architetto Francesco Collecini il restauro del “Casino di Belvedere”, realizzato all’inizio del Seicento dagli Acquaviva, Principi di Caserta. Il Belvedere viene ampliato e decorato entro il 1786. Nel frattempo, nel 1778 il re decide di adibire la struttura alla produzione e lavorazione della seta. Nasce la Colonia Reale di San Leucio, un polo manifatturiero dotato di abitazioni e scuole per i lavoratori.
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Un Patrimonio dell’umanità
Nel 1997 il Belvedere di San Leucio viene inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità insieme alla Reggia di Caserta e all’Acquedotto Carolino. Le tre opere sono strettamente collegate tra loro e testimoniano la lungimiranza di un progetto di chiara impronta illuminista. Tutte le attività produttive svolte alla Colonia di San Leucio furono rese possibili grazie all’acquedotto. Un ramo si distaccava dal condotto principale prima che questo giungesse al Parco Reale della Reggia di Caserta; qui l’acqua tornava a riempire la vasca della Peschiera dopo essere stata utilizzata dalle filande del setificio.
Il codice delle leggi leuciane
Nel 1789 Ferdinando IV provvede a regolare la Colonia di San Leucio con la promulgazione delle leggi leuciane. La strutturazione della colonia, incluso il codice di regolamentazione, ha spinto gli studiosi a vederne un esempio di socialismo ante-litteram. Alcune disposizioni, come la parità di diritti tra maschi e femmine, la prescrizione di uniformità dell’abbigliamento e l’abolizione della dote, fanno del Complesso di San Leucio una testimonianza dei principi idealistici che caratterizzano la visione dei Borbone.
Ferdinandopoli
Tra il 1789 e il 1799 Ferdinando IV decide di ampliare il Borgo di San Leucio e denominarlo Ferdinandopoli. La sua progettazione viene affidata a Francesco Collecini, lo stesso architetto che si era occupato della ristrutturazione del Casino degli Acquaviva. Il Collecini progetta una città dall’impianto circolare, sviluppata intorno a una piazza collocata in asse con il Complesso di San Leucio. A causa dell’occupazione francese, Ferdinandopoli non vedrà mai la sua realizzazione.
Vaccheria
Il quartiere Vaccheria è un sito borbonico situato a circa 2 chilometri da San Leucio, ai piedi del “Vecchio Casino”. Deve il suo nome alla destinazione d’uso: il re Ferdinando IV di Borbone vi insediò strutture dedicate all’allevamento di vacche sarde e canetterie per i suoi cani da caccia. Nella piazza del quartiere si erge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, costruita tra il 1799 e il 1805 sotto la direzione di Francesco Collecini e dotata di una facciata che anticipa lo sviluppo dello stile neogotico a Napoli di quasi trent’anni.