Centrotavola del Sebeto con vedute dei Palazzi Reali di Napoli, Capodimonte e Caserta di Raffaele Giovine
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StatoTerminato
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Data di inizio07/2025
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Data di fine10/2025
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TipologiaIntervento conservativo

Le opere all’interno dell’esposizione museale “Tutto torna! Nuove acquisizioni e restituzioni alle collezioni della Reggia di Caserta” inaugurata il 22 ottobre 2025 sono state interessate da interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e restauro, travolta da parte del personale del Museo e in altri casi da personale esterno, ed hanno previsto la progettazione e la direzione dei lavori della Reggia di Caserta.
Il centrotavola, opera polimaterica realizzata da Raffele Giovine nel 1848, rientra tra le restituzioni che il museo Reggia di Caserta ha avviato negli ultimi anni; infatti, anche se di proprietà della Reggia di Caserta, era esposto fino al 2024 al Palazzo Reale di Napoli, tornato in Museo dopo circa 70 anni.
La sua restituzione ed esposizione all’interno degli appartamenti reali del Museo ha permesso una valutazione conservativa da parte della direzione e, in occasione della mostra, un restauro che potesse liberare l’opera da copiosi strati di depositi coerenti ed incoerenti e una ossidazione accentuata degli elementi metallici che alteravano completamente la percezione del modellato, cromie, giochi di sfumature e diverse lavorazioni meccaniche dell’artista che erano occluse dal degrado.
I lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta specializzata ANDREOZZI MAURIZIO Conservazione e restauro di opere d’arte e finanziati da fondi ordinari, sotto la Direzione dei Lavori del Funzionario Restauratore Conservatore Anna Manzone.
Raffaele Giovine, Centrotavola del Sebeto con vedute dei Palazzi Reali di Napoli, Capodimonte e Caserta, 1848, porcellana dura, bronzo dorato, ottone smaltato e legno, alt. 110 cm, diam. 90 cm
Stato di conservazione e tecnica esecutiva
Si tratta di un’opera realizzata in più elementi connessi insieme, polimaterici, in porcellana, bronzo, ottone e legno. L’opera è composta da un elemento centrale, circondato da tre elementi in bronzo dorato a mercurio in discreto stato conservativo, posti su una base a nove lati concavi in cui sono collocate delle placchette esagonali di raffinata qualità in porcellana, miniate e dipinte che raffigurano le regge borboniche (il Palazzo Reale di Napoli, il Palazzo Reale di Caserta e il Palazzo Reale di Capodimonte). Vi sono quattro coppe traforate in bronzo dorato, sostenute da sei vittorie alate argentate e dorate probabilmente a mercurio.
Lo stato conservativo era discreto, in quanto la presenza di ossidazione e depositi coerenti degli elementi che la compongono, ne offuscavano il modellato e le cromie originali, ma al livello strutturale non si presentavano particolari criticità. Erano presenti delle vistose lacune della pellicola pittorica in corrispondenza della base dove sono inseriti gli elementi tridimensionali e copiose ridipinture. Le parti in ottone e bronzo dorato si presentavano fortemente ossidate. Erano presenti delle mancanze di elementi metallici come le rosette poste sul bordo della base. La doratura degli elementi in porcellana è in parte abrasa e mancante.
Intervento di restauro
Dopo la prima fase di documentazione fotografica di ogni elemento costituente l’opera, si è proceduto per tipologia di materiali da trattare.
La prima fase ha previsto test di solubilità, volti ad individuare la miscela di solventi idonea ad effettuare una pulitura selettiva e rimuovere gli strati ossidativi sugli elementi metallici in bronzo dorato e sui materiali ceramici. A seguito dei test è stata individuata la miscela di solventi – EDTA bisodico dal 5% al 10% in acqua demineralizzata con l’aggiunta di tensioattivo non ionico al 5% in acqua. La modalità di applicazione ha previsto un impacco con carta giapponese e a tampone in base alle zone da trattare, con un tempo di applicazione variabile dai 10 a 30 minuti, supportato da nevek (gel rigido omogeneizzato) al 50% in peso e ovatta il tutto coadiuvato dall’uso di spazzole e pennelli.
La pulitura degli elementi metallici ha messo in evidenza la diversa cromia delle vittorie alate in quanto prima si presentavano offuscate e grigie, non permettendo di apprezzare la raffinata lavorazione a cesello con decorazioni e rilievi minuti e la bicromia tra la figura e le ali, una argentata l’altra dorata. Inoltre, sono state individuate delle ridipinture ormai alterate, nel caso della base dipinta e dunque rimosse, e sulla coppa ceramica in colore blu scuro applicate al di sopra del colore celeste della ceramica, per qui si è deciso di rimuoverle per liberare il materiale originale sottostante, che meglio infatti si accordava al resto dell’opera.
Si è proseguito con la classificazione di tutti gli elementi disconnessi, la revisione dettagliata delle condizioni di conservazione dei materiali costitutivi, il risanamento di eventuali micro-lacune e il rifacimento di alcuni elementi mancanti metallici in corrispondenza della base. Per tali operazioni sono stati utilizzati copolimeri acrilici in emulsione acquosa a bassa percentuale, adesivo acetovinilico plastificato, resine epossidiche fluide miscelate con indurente a base di ammine cicloalifatiche, calcio carbonato micronizzato, resina-stucco epossidica/o bicomponente per incollaggio degli inserti in legno.
Il tergo centrale si presentava piuttosto manomesso in quanto in corrispondenza degli angoli era presente una vecchia stuccatura fessurata e inidonea, parti vuote e la carta marmorizzata a copertura si presentava annerita e lacunosa. È stato svolto un intervento di risanamento ligneo che ha previsto l’inserimento nelle fessure di legno di balsa, fatte aderire con resina epossidica. È inoltre stata effettuata la disinfestazione tramite antitarlo dato puntualmente a siringa.