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Terrae Motus | 40 anni

In memoria della tragedia del 23 novembre 1980 che scosse la terra e la vita di migliaia di persone, l’Istituto museale avvia il processo di riallestimento di Terrae Motus. La collezione, ideata dal gallerista napoletano Lucio Amelio che chiamò a raccolta i più grandi artisti dell’epoca per trasformare la catastrofe del sisma in forza creativa, si pone in dialogo diretto con le sale degli Appartamenti Reali.

Il progetto, sviluppato dal direttore generale Tiziana Maffei in collaborazione di Angela Tecce, storico dell’arte già dirigente MiBACT e curatore di mostre di rilievo internazionale, attraverso una rinnovata e sperimentale contaminazione offre la potenza del messaggio dell’arte contemporanea al grande pubblico nei percorsi tradizionali.

Ventuno delle settantadue opere, tra le quali alcune tra le più iconiche della collezione, riaprono il dialogo con gli ambienti reali, sperimentando la relazione diretta con il quarto del Re, nell’ala dell’Ottocento, e con il quarto dei Principi ereditari, nell’ala del Settecento. Seguirà il completamento dell’allestimento parallelamente al recupero di entrambe le ali.

In questa fase particolare della storia della Reggia di Caserta, che vede nei prossimi mesi l’avvio di gare e lavori nelle sale finora destinate a Terrae Motus in cantiere, si coglie l’occasione per orientare l’attività di valorizzazione della collezione.

La volontà di Lucio Amelio di legare inscindibilmente l’operazione internazionale al Complesso Vanvitelliano di respiro europeo progettato da Re Carlo di Borbone, oggi, diventa un’opportunità per sollecitare il pensiero critico del pubblico. Non a caso l’esperienza di visita complessiva si apre con Joseph Beuys che esorta ognuno di noi a possedere il “Palazzo più prezioso del mondo nella sua testa, nel suo sentimento, nella sua volontà”. Si chiude con il “Fate presto” di Andy Warhol, appello a ciascuno a contribuire al superamento di questa difficile fase mondiale.

 

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