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Scopri di più: Sala ellittica – Presepe reale

Il presepe di corte

Il Presepe di Corte della Reggia di Caserta, unico di committenza reale, è una straordinaria raccolta di manufatti e testimonianza dettagliata della storia del costume del Regno. Il re Carlo, uomo devoto e sostenitore delle arti applicate, vi si dedicava con la collaborazione della regina Maria Amalia di Sassonia, che provvedeva personalmente alla scelta delle vesti dei pastori e alla loro cucitura nel corso dell’intero anno. 

La tradizione di allestire il presepe fu tramandata a Ferdinando IV e ai suoi eredi e seguita dalle famiglie nobili. Ciò che caratterizza il Presepe di Palazzo è la resa scenica della vita del tempo, raccontata nelle attività quotidiane del popolo. Ad animare la scena ci sono fabbri, sarti, sellai, maniscalchi, osti, venditori di frutta, di verdure, di mozzarelle, ricotte, pesci e frutti di mare. 

Alla Reggia di Caserta, il Presepe veniva allestito sotto la direzione di pittori, architetti e scenografi ed esposto dal 12 dicembre al 2 febbraio, festa della Candelora e giorno in cui la tradizione vuole che andassero via i Magi. L’ultimo – il più maestoso – fu allestito nel 1844 dal cavalier Cobianchi. Di questo Presepe il pittore Salvatore Fergola riprodusse a tempera alcune scene nelle quattro gouaches esposte in Sala. 

Il Presepe di Caserta non solo si riempie di elementi scenografici e dettagli decorativi, ma è anche straordinariamente ricco di figure. Oltre ai pastori, alle figure sacre e a schiere di angeli, compaiono poveri laceri, popolani e popolane, mercanti georgiani, mori, venditori di spezie, cammellieri, zampognari, uomini e donne che indossano i costumi tipici delle province del Regno delle due Sicilie spesso completati dalle incannature – preziosi monili in corallo, turchese e pietre dure – e dai fioccagli in perle. Numerosissimi sono poi gli animali: cavalli rampanti con finimenti ricercati e selle in cuoio, mandrie di bufale ed esemplari esotici come cammelli, dromedari, scimmie ed elefanti. Il Presepe diventa anche occasione per “raccontare” episodi e avvenimenti come le feste reali, le ambascerie tunisine. 

Per il Presepe Reale venivano realizzate statuine con arti e testa in terracotta, facilmente riproducibili con gli stampi, e manichini ottenuti con stoppa attorno al fil di ferro, in modo da poterne modificare la postura e ottenere una composizione sempre diversa. 

Tra i materiali impiegati si sceglieva il vetro per gli occhi. Alcuni tessuti sono particolarmente pregiati, come la seta sottilissima detta ermisino (dalla città di Ormuz in Persia, dove era prodotta), il velluto in seta per le gualdrappe e le sete di San Leucio ricamate con fili d’oro e d’argento. Il legno intagliato e la terracotta erano impiegati per gli animali. Gli accessori erano realizzati con i materiali più vari: cuoio per le selle dei cavalli, i cappelli e i calzari; pelle per gli otri; terracotta per le brocche; avorio e madreperla abbinati al legno per gli strumenti musicali. Gli alimenti sono modellati in cera da scultori specializzati. 

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