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Scopri di più: Sala dell’Inverno

Il tavolo in pietre dure

Il tavolo, originariamente concepito come mezzo tondo e poi trasformato in intero, fu realizzato su disegno di Giovanni Mugnai, Direttore del Laboratorio Reale di pietre dure di Napoli.

La reale manifattura borbonica fu istituita, al pari delle altre, con l’intento di riformare gli arretrati sistemi produttivi meridionali e nel contempo accrescere, attraverso una produzione di lusso, il prestigio internazionale del nuovo regno. Il tavolo fu completato solo dopo il 1842, quando Ferdinando II ordinò di proseguirne il lavoro unendo alla prima tavola una seconda, raddoppiando l’idea iniziale del Mugnai. Lungo la circonferenza del manufatto corrono medaglioni ovali e tondi di agata ed ametista con orlo esterno a fascia di legno pietrificato. La struttura di sostegno, dal decoro baroccheggiante, si compone di un ricco basamento di legno dorato con ghirlande fogliacee, quattro gambe sinuose fregiate a volute con motivi fogliacei o conchiliformi. 

 

LO STUDIOLO DI FERDINANDO IV E LA STANZA DA TOLETTA DEL RE 

La sala che segue, detta “Gabinetto Ricco di Sua Maestà il Re”, fu arredata nel 1792 da Carlo Vanvitelli in stile neoclassico. Decorano le pareti in boiserie i medaglioni di Carlo Brunelli con le Virtù del Regno illuminato di Ferdinando e le gouaches di Jacob Philipp Hackert eseguite nel 1782 con le vedute delle residenze più care al re.

I mobili in legno d’ebano e lacche cinesi, sono copie dagli originali acquistati dal re a Francoforte negli anni ’90 del Settecento, attualmente esposti al MET di New York. Realizzati dall’ebanista tedesco Adam Weisweiler, testimoniano il gusto per l’oriente diffuso presso le corti europee nel XVIII secolo. Sulla commode l’orologio di fabbricazione francese, datato 1754, raffigurante Aurora sul sole nascente.  

L’ambiente successivo, utilizzato in origine come Sala del Consiglio, venne convertito successivamente in stanza da toelette del re. Presenta sulla volta una decorazione dell’ornamentista Filippo Pascale, che richiama il Terzo stile pompeiano, un riferimento alle campagne di scavo di Ercolano e Pompei avviate da Carlo di Borbone.

La sala è arredata con mobili stile Luigi XVI e ha le pareti rivestite di carta damascata di provenienza francese. Tra gli arredi spicca un orologio a pendolo a forma di tempietto di fabbricazione francese della prima metà dell’Ottocento. Sul davanzale era posizionata una meridiana, ora esposta in sala, del 1818. Sulla parete sinistra del piccolo ambiente è una porta che immette in un corridoio alle spalle dello studiolo e che collega questa sala a quella dell’Inverno. 

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