
Scopri di più: Sala del Consiglio
Le sete di San Leucio

Le pareti della sala, insieme alle tende e ai rivestimenti degli arredi sono realizzate in un prezioso tessuto: la seta prodotta dalle Reali manifatture di San Leucio, sito di proprietà dei Borbone che ne fecero un luogo di reale delizia, di svago e divertimento.
L’origine di tale attività risale al 1758 con l’introduzione del seme per l’allevamento del filugello per volontà della regina Maria Amalia, consorte di Carlo di Borbone. I bachi si allevavano nel “Casino al Boschetto” e la “trattura” della seta veniva fatta manualmente presso le famiglie dei custodi del bosco di San Leucio.
Alla Vaccheria, il primo nucleo abitativo, nel 1775 si avviò per disposizione reale una piccola manifattura di veli, ma è solo con l’introduzione nel Regno della trattura delle sete all’organzino o alla piemontese (1781-1782), che a San Leucio si consolida l’attività serica, sotto il regno di Ferdinando IV, particolarmente legato a questo sito del quale curò l’ampliamento. Tra il 1783 ed il 1787 si sistemarono nel casino reale del Belvedere la filanda, i filatoi ed i telai per le stoffe sotto la guida di esperti stranieri; nel decennio successivo si iniziò la costruzione di una grande filanda ad oriente del casino reale, completata durante il decennio francese.
Nel 1789, Ferdinando IV promulgò il codice di leggi che regolavano la vita della “Reale Colonia di San Leucio”, fondamento giuridico dell’intera comunità. Il codice sanciva il diritto e il dovere al lavoro e la parità dei coloni rispetto alla intera comunità. La retribuzione veniva effettuata con un compenso crescente in base al lavoro compiuto, le doti matrimoniali venivano abolite e si prescriveva l’uniformità degli abiti e l’obbligatorietà dell’istruzione per tutti gli abitanti; si introduceva un sistema mutualistico d’assistenza per il sostentamento degli inabili e dei vecchi.
Nel decennio 1789-99 l’esperimento leuciano raggiunse il suo apice: il re decise di ampliare il borgo affidandone la progettazione al Collecini, che ideò una città a pianta centrale chiamata Ferdinandopoli, con al centro la grande piazza della seta. Il sogno del re venne, infine, messo in crisi dalle vicende della occupazione francese e San Leucio vide quindi svanire le possibilità di divenire una moderna città industriale.
