Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Didattica fertile: Horticultura trasforma la Reggia in luogo di apprendimento

Didattica fertile: il progetto “HortiCultura” trasforma la Reggia di Caserta, gli Scavi di Pompei e altri musei campani in luoghi di apprendimento (di Alice Scialoja su La Nuova Ecologia)


HortiCultura è un progetto di orti didattici in Campania. Agricoltura, beniculturali, scuole, bambini e nonni ne sono gli ingredienti. Due righe, in premessa della presentazione del progetto, ne riassumono il senso: “Uno spazio per giocare e apprendere, dove sporcarsi le mani è il solo modo di praticare l’ecologia della persona e dei territori. Il solo modo di riscoprire le radici millenarie della Campania Felix”. Non bastano, però, a restituirlo fino in fondo. Il vero punto è il dove. Perché di orti sociali, comunali, scolastici, didattici ce ne sono quanti se ne vuole, ma di orti museali no. E qui si tratta di creare luoghi di apprendimento e di gioco per bambini nel Parco Archeologico di Pompei, nella Reggia di Caserta, nell’Anfiteatro e nel Museo archeologico dell’Antica Capua e nel Museo archeologico atellano. Alcuni, cioè, tra i principali beni culturali della Campania che hanno conservato aree di ruralità.

L’idea è della società cooperativa sociale Terra Felix che porta avanti l’iniziativa in partenariato con la Reggia di Caserta, il Polo Museale della Campania, il Parco Archeologico di Pompei, il Comune di Marcianise e quello di Santa Maria Capua Vetere, insieme a diverse associazioni e istituti scolastici. Il progetto vede coinvolti in rete partner con esperienze e know-how differenti e durerà tre anni.

Coronavirus permettendo, con la riapertura delle scuole questo autunno, il progetto coinvolgerà 200 bambini – otto classi di scuola elementare, provenienti da quattro istituti – che parteciperanno a sedici giornate di appuntamenti, per la maggior parte in orario curricolare. Il progetto prevede anche momenti di interazione con il pubblico dei diversi musei.

Centrale, inoltre, il lavoro intergenerazionale: con la partecipazione di persone anziane da cui i bambini impareranno i segreti della buona coltivazione e che, a loro volta, avvicineranno i nonni al mondo dell’informatica giocando all”‘Orto digitale”. L’idea è che, insieme, comincino a percepire come proprie le aree archeologiche e storico-artistiche, contribuendo in prima persona, in occasioni specifiche, ad accompagnare visitatori locali e turisti a fruire degli orti, dando vitae alimentando un circolo virtuoso tra lo spazio agricolo e i beni culturali.

Un’idea che non nasce dal nulla, ma dall’esperienza sociale, educativa ed ecologica che la cooperativa Terra Felix ha sviluppato in più di quindici anni nel Casale di Teverolaccio. «Un bene comune recuperato alla fruibilità collettiva, proprio grazie al coinvolgimento congiunto delle scuole, degli anziani e con attività di impresa sociale sostenibile», racconta Antonio Pascale, presidente del circolo Legambiente Geofilos di Succivo. «Con HortiCultura vogliamo accrescere il senso di appartenenza al luogo in cui si vive – prosegue Pascale – e innescare un processo virtuoso che va dalla difesa dell’ambiente e del territorio alla promozione del sito culturale. Crediamo, perché l’esperienza del Casale di Teverolaccio ci ha dimostrato in questi anni le potenzialità di questo approccio, che si possano rinnovare spazi pubblici e siti culturali attraverso eventi che avvicinino le famiglie al patrimonio artistico e culturale della propria regione. L’auspicio è di incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini alla cultura».

Insomma, nelle intenzioni degli ideatori di HortiCultura i siti culturali diventano la sede di una sperimentazione sul medio e lungo periodo, destinata a modificare anche fisicamente gli spazi, generando un afflusso nuovo e costante di cittadini di tutte le età, residenti nei contesti urbani prossimi ma talvolta impermeabili alla presenza del patrimonio culturale. Fino a portare il museo a essere un luogo della quotidianità per i bambini e per le loro famiglie, eliminando il confine tra sito e città. Una scommessa difficile quanto potente e necessaria.Speriamo fertile.

Torna indietro
This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.